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Salvatore Rotta (1926-2001) è stato uno dei maggiori studiosi italiani del Settecento e in generale della prima età moderna. Docente per lunghi anni presso l'Università di Genova, il suo magistero è stato fondamentale per numerosi storici, letterati, storici della scienza. In questo volume sono raccolti tutti i suoi lavori di storia della scienza, che coprono un periodo che va dal 1967 al 1990. Autori centrali della storia della scienza italiana tra Sei e Settecento, da Montanari a Bianchini a Borri, sono studiati nel loro contesto culturale, nella loro dimensione europea, con una particolare attenzione ai modi e alle forme della sociabilità scientifica che caratterizzò la prima età moderna, quando la scienza non si era ancora distaccata del tutto dal mondo umanistico e dalla teologia, mentre cercava di allontanarsi dalle pratiche magiche e astrologiche. All'ombra di Newton e della Royal Society, ma con tratti distintivi peculiari, la scienza italiana, ancora legata alla matrice cattolica, ma spesso molto più libera nei metodi, negli scopi e nell'ideologia generale di quanto non si pensi, giunge a notevolissimi risultati tecnici in varie discipline, dall'ottica alla fisica dei fluidi, dalla medicina alle scienze applicate. Rotta, con uno stile icastico e preciso, vivifica tutti questi personaggi, la loro rete di corrispondenti, le loro pratiche scientifiche, la loro personalità a volte molto complessa e la loro "forma mentis", divisa tra Rinascimento, Barocco e Illuminismo.